"Siamo legati ai film come ai nostri migliori sogni". Leo Longanesi

giovedì 14 giugno 2012

MARILYN ( di S. Curtis, 2012)


Dolce, sensuale, timida, sexy. Un po’ angelo luminoso e un po’ diavolo tentatore. La diva, la dea. In una parola….Marilyn.
Norma Jeane Baker, in arte Marilyn Monroe, è stata (e rimarrà sempre) la più grande diva di Hollywood. Oggetto del desiderio per i fan che ancora oggi la venerano, fu invece croce e delizia per coloro (attori e registi) che con lei dovevano lavorare. Noti ormai i racconti fatti dai “colleghi” su come i continui ritardi agli appuntamenti sul set  e la dipendenza da alcol e droghe dell’attrice, comportassero grandi difficoltà per le riprese. Ma in tutti loro Marilyn ha lasciato un segno indelebile. Non ultimo Laurence Olivier, grande attore e regista britannico, che nel 1956 la diresse e recitò al suo fianco nel film “Il principe e la ballerina”.
Il primo lungometraggio cinematografico del regista Simon Curtis racconta proprio i retroscena della realizzazione di quel film. Ma, a discapito del titolo italiano, non aspettatevi un film biografico sulla bionda e procace attrice americana. L’opera è dedicata solo a quel particolare periodo della sua vita (aveva appena sposato lo scrittore Arthur Miller). Ma soprattutto, ella rivive grazie al ricordo e  al giovane sguardo di Colin Clarke.
Fresco di studi e amante del cinema, Colin (Eddie Redmayne), grazie alla sua grande determinazione, diventa il terzo assistente alla regia di  Laurence Olivier. Disposto a fare qualsiasi cosa per stare vicino ai suoi idoli, si ritroverà presto a tenere compagnia alla fragile e malata Marilyn ( dal quale è ammaliato a tal punto da trascurare una nascente storia d’amore), ancora più provata dalla partenza del marito Arthur Miller (tornato in patria dopo la breve luna di miele) e dalle pressioni subite sul set da parte di un Olivier sempre più meno incline a sopportare i “capricci” della diva.
Il film è tratto dai diari dello stesso Clarke intitolati “The Prince, the Showgirl and me” e “My week with Marilyn” (da cui il più appropriato titolo originale) e pubblicati nel 1995. Ed è proprio attraverso il suo sguardo ingenuo, sognante e innamorato che noi spettatori scopriamo Marilyn. Una donna (prima che un’attrice) fragilissima, desiderosa d’affetto, esageratamente insicura nonostante le conferme datele da suo enorme successo. Capace, sul set, di straordinarie doti interpretative scaturite dal suo istinto, ma che il giorno seguente non riesce a trovare il coraggio di presentarsi di nuovo di fronte alla cinepresa. Imbottita di farmaci per dormire, Marilyn è spesso soccorsa dai suoi collaboratori. Gli unici momenti di spensieratezza ( dove esce tutta la Monroe bambina che desidera solo essere amata) li passerà con Colin, che per distrarla un po’, le farà anche visitare Londra. E quella settimana insieme a lei rimarrà scolpita per sempre nel suo cuore.
Impossibile non identificarsi con il punto di vista del giovane Clarke. Come lui, viene voglia di proteggere quella creatura eterea ma fragile, che sembra pronta a piegarsi al primo soffio di vento. Vien voglia di abbracciarla e dirle che domani andrà tutto bene.
Ci si innamora di lei. Ma attenzione.. non di Marilyn… ma di Michelle Williams che interpreta Marilyn. La Williams infatti non imita la Monroe ma ne restituisce appieno il fascino, facendoci provare le stesse emozioni che probabilmente avremmo sperimentato con la vera Marilyn. E questo, ritengo, fa della Williams una straordinaria giovane interprete, giustamente premiata con il Golden Globe.
Sempre bravo anche Kenneth Branagh (quinta candidatura agli Oscar), un perfetto Laurence Olivier in continuo conflitto con la bionda diva (oltre che per i continui ritardi sul set, anche per il metodo recitativo) ma che dalla stessa, alla fine, verrà conquistato.
Da segnalare inoltre le presenze di Judie Dench (una garanzia!) e Emma Watson ( ex Hermione della saga di Harry Potter).
Il film di Curtis si presenta nostalgico; leggero e delicato come la sua principale protagonista. Si entra in punta di piedi in quello stralcio di vita dell’attrice più desiderata di sempre, venendo poi completamente travolti dal suo fascino senza tempo.
Per ricordarla, a cinquant’anni dalla sua prematura morte, mi è sembrato davvero un bel modo.



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