Dolce, sensuale, timida, sexy. Un
po’ angelo luminoso e un po’ diavolo tentatore. La diva, la dea. In una
parola….Marilyn.
Norma Jeane Baker, in arte
Marilyn Monroe, è stata (e rimarrà sempre) la più grande diva di Hollywood.
Oggetto del desiderio per i fan che ancora oggi la venerano, fu invece croce e
delizia per coloro (attori e registi) che con lei dovevano lavorare. Noti ormai
i racconti fatti dai “colleghi” su come i continui ritardi agli appuntamenti
sul set e la dipendenza da alcol e
droghe dell’attrice, comportassero grandi difficoltà per le riprese. Ma in
tutti loro Marilyn ha lasciato un segno indelebile. Non ultimo Laurence
Olivier, grande attore e regista britannico, che nel 1956 la diresse e recitò al
suo fianco nel film “Il principe e la
ballerina”.
Il primo lungometraggio
cinematografico del regista Simon Curtis racconta proprio i retroscena della
realizzazione di quel film. Ma, a discapito del titolo italiano, non
aspettatevi un film biografico sulla bionda e procace attrice americana.
L’opera è dedicata solo a quel particolare periodo della sua vita (aveva appena
sposato lo scrittore Arthur Miller). Ma soprattutto, ella rivive grazie al
ricordo e al giovane sguardo di Colin
Clarke.
Fresco di studi e amante del
cinema, Colin (Eddie Redmayne), grazie alla sua grande determinazione, diventa
il terzo assistente alla regia di Laurence Olivier. Disposto a fare qualsiasi
cosa per stare vicino ai suoi idoli, si ritroverà presto a tenere compagnia alla
fragile e malata Marilyn ( dal quale è ammaliato a tal punto da trascurare una
nascente storia d’amore), ancora più provata dalla partenza del marito Arthur
Miller (tornato in patria dopo la breve luna di miele) e dalle pressioni subite
sul set da parte di un Olivier sempre più meno incline a sopportare i “capricci”
della diva.
Il film è tratto dai diari dello
stesso Clarke intitolati “The Prince, the
Showgirl and me” e “My week with
Marilyn” (da cui il più appropriato titolo originale) e pubblicati nel
1995. Ed è proprio attraverso il suo sguardo ingenuo, sognante e innamorato che
noi spettatori scopriamo Marilyn. Una donna (prima che un’attrice)
fragilissima, desiderosa d’affetto, esageratamente insicura nonostante le
conferme datele da suo enorme successo. Capace, sul set, di straordinarie doti
interpretative scaturite dal suo istinto, ma che il giorno seguente non riesce
a trovare il coraggio di presentarsi di nuovo di fronte alla cinepresa.
Imbottita di farmaci per dormire, Marilyn è spesso soccorsa dai suoi
collaboratori. Gli unici momenti di spensieratezza ( dove esce tutta la Monroe
bambina che desidera solo essere amata) li passerà con Colin, che per distrarla
un po’, le farà anche visitare Londra. E quella settimana insieme a lei rimarrà
scolpita per sempre nel suo cuore.
Impossibile non identificarsi con
il punto di vista del giovane Clarke. Come lui, viene voglia di proteggere
quella creatura eterea ma fragile, che sembra pronta a piegarsi al primo soffio
di vento. Vien voglia di abbracciarla e dirle che domani andrà tutto bene.
Ci si innamora di lei. Ma attenzione..
non di Marilyn… ma di Michelle Williams che interpreta Marilyn. La Williams
infatti non imita la Monroe ma ne restituisce appieno il fascino, facendoci
provare le stesse emozioni che probabilmente avremmo sperimentato con la vera
Marilyn. E questo, ritengo, fa della Williams una straordinaria giovane
interprete, giustamente premiata con il Golden Globe.
Sempre bravo anche Kenneth
Branagh (quinta candidatura agli Oscar), un perfetto Laurence Olivier in
continuo conflitto con la bionda diva (oltre che per i continui ritardi sul set,
anche per il metodo recitativo) ma che dalla stessa, alla fine, verrà conquistato.
Da segnalare inoltre le presenze
di Judie Dench (una garanzia!) e Emma Watson ( ex Hermione della saga di
Harry Potter).
Il film di Curtis si presenta
nostalgico; leggero e delicato come la sua principale protagonista. Si entra in
punta di piedi in quello stralcio di vita dell’attrice più desiderata di sempre,
venendo poi completamente travolti dal suo fascino senza tempo.
Per ricordarla, a cinquant’anni dalla sua
prematura morte, mi è sembrato davvero un bel modo.
Guarda il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=9K9Py7m-348
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