Per qualche istante, mentre ero
immersa nelle Highlands scozzesi e nelle folta chiama rossa di Merida, mi è sembrato di tornare bambina. Sarà
per l’atmosfera magica o per le canzoni (che in italiano sono interpretate
dalla fulva Noemi) ma il tredicesimo film Pixar mi ha un po’ ricordato i lungometraggi Disney
anni Novanta (La Sirenetta, La Bella e la Bestia, Il Re Leone). Ma con qualcosa in più.
Ribelle. The Brave si
presenta fin da subito come una fiaba tradizionale che, forse, sarebbe piaciuta
tanto allo zio Walt. Ma l’illusione non è totale. Anche se si percepisce un
retrogusto di già visto, quell’innovazione che la Pixar ha portato nel mondo
dell’animazione, c’è. Anche se leggermente velata.
Merida, figlia del Re scozzese Fergus, non è la principessa che ci si aspetta. Alle
buone maniere e al matrimonio preferisce tirare con l’arco e cavalcare a
perdifiato nella foresta. E’ ribelle e
coraggiosa. A tal punto dal voler cambiare il proprio destino. Ma sulla sua
strada c’è un grosso ostacolo: la madre Elinor. In perenne conflitto con la Regina, che la
vorrebbe perbene e disposta a prendere marito per il bene del regno, Merida si
sentirà costretta a chiedere aiuto ad una strega per indurre la madre a
cambiare idea sulla sua sorte. Ma le conseguenze del suo gesto saranno del
tutto inaspettate.
Quella di Merida è la storia di
una teenager che cerca di trovare se stessa. E come tutti i ragazzi di quell’età
è piena di orgoglio. E sarà proprio il suo orgoglio a metterla sulla cattiva
strada.
Senza svelare troppo, sottolineo
che il punto focale di questa storia non è (come si potrebbe pensare) la banale
emancipazione di una ragazza dai genitori o da un mondo retrogrado e
maschilista, ma il difficile rapporto tra madre e figlia. Un eterno conflitto
in cui tutte possiamo riconoscerci e che tocca il cuore. Ecco, dove chi scrive,
vede la mano geniale dello studio fondato da John Lasseter e Steve Jobs: nella capacità di commuovere; di creare storie
che catturano l’anima di adulti e bambini. Dote che la Disney ( un tempo regina
dell’intrattenimento per famiglie) aveva
dimenticato a favore di tecniche più raffinate, ma accompagnate da
sceneggiature vuote ( ma che con Rapunzel
- che con Merida ha molte analogie- sembra essere tornata agli antichi
splendori).
Se le atmosfere risentono di
influenze tipicamente disneyiane, non si può non notare un umorismo più
pungente degno di Shrek. Anche la
Pixar, in questo caso, ha fatto tesoro dell’insegnamento Dreamworks, che ha
fatto dell’umorismo la sua bandiera (da Shrek
a Kung Fu panda; da Madagascar a Megamind). La parte “buffa” qui è relegata al mondo maschile. Lord
scozzesi e giovani pretendenti sono
rappresentati come degli inetti, a sottolineare la connotazione fortemente
femminile dell’opera. Il coraggio è donna; quello di Merida e anche di Elinor.
Inutili forse invece i “siparietti” dei tre fratellini di Merida. Simpatici,
ma niente di più.
Lo humour rende l’opera leggera,
senza però inficiare i momenti epici del film. Esso è un miscuglio di generi
che non cozzano l’uno con l’altro ma che hanno anzi un loro spazio connotato di senso.
Dove poi la sottoscritta vede
cristallinamente ancora la Pixar è nella tecnica. Meravigliosi i fondali che
ricreano le atmosfere scozzesi. Dai laghi, alle verdi montagne; dalla fitta
nebbia ai castelli medioevali. Splendidi poi i capelli di Merida: rossi, forti,
ribelli. Proprio come lei. Sembra quasi di toccarli e sentire sulle dita ogni singolo
riccio.
Insomma, Ribelle. The Brave è un cartoon ( se ancora si possono chiamare
così) godibile, con una storia non scontata adatta ad adulti e bambini.
Ammetto però che è difficile non
avere qualche perplessità. Merida e i suoi ricci non raggiungono gli apici toccati dalla Pixar
in tempi addietro. Il lungometraggio animato diretto da Mark Andrews ( che ha
sostituito in corsa Brenda Chapman) non sorprende come Monsters & Co o Ratatouille;
e non commuove come UP, Toy Story 3 o Wall-E.
Che in casa Pixar ci sia un po’
di crisi si percepisce anche dalla scelta di fare sequel (Cars 2), prequel ( Mosters
University) o di rieditare vecchi successi in 3D (Alla ricerca di Nemo).
Ma personalmente ritengo che
quest’ultima fatica non debba essere duramente stroncata. Perché la luce di
Luxo ( la famosissima lampada da tavolo,
da sempre logo della Pixar), per me, brilla ancora. Anche nel forte
temperamento di Merida.
Brilla anche ( e soprattutto) come La luna, il cortometraggio che viene
proiettato prima di Ribelle. The Brave,
diretto dal nostro italianissimo Enrico Casarosa e presentato quest’anno agli Oscar.
Un vero piccolo gioiello!
Guarda il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=xP3zAYHAKBM
Una piccola clip da La Luna: http://www.youtube.com/watch?v=AD4eQzo0Nq8&feature=fvwrel
Non avevo alcuna intenzione di vedere RIBELLE.THE BRAVE, ma la tua recensione mi ha troppo incuriosito... lo vedrò sicuramente
RispondiEliminaMi fa piacere. Fammi sapere cosa ne pensi. Se però non ti piacerà...ti prego, non odiarmi!! ;)
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