Ben Affleck l’attore. Ben Affleck
il regista.
Dopo una carriera attoriale non
particolarmente brillante ( e dopo-badate bene- un Oscar ottenuto a soli 26 anni
per la sceneggiatura di Will Hunting-Genio
ribelle, assieme all’amico Matt Damon), il bel ragazzone californiano si cimenta
nella regia con una tale solidità e disinvoltura da eguagliare quasi il
mestiere di un grande vecchio come Clint Eastwood, macchina inarrestabile di capolavori.
Dopo Gone baby Gone e The Town Affleck ci propone una reale pagina di storia celata
(verrà resa nota solo nel 1997) dai contorni così bizzarri da poter solo essere
vera.
4 Novembre 1979, Teheran. Durante
la rivoluzione islamica, alcuni militanti fanno irruzione nell’ambasciata
americana prendendo in ostaggio 52 funzionari. Solo sei di loro riescono a
sfuggire al sequestro rifugiandosi nella
residenza dell’Ambasciatore canadese. Ma è solo questione di tempo perché i
ribelli si accorgano della loro fuga. Occorre riportarli a casa prima che
accada l’irreparabile. L’allora agente della CIA Tony Mendez, esperto delle
cosiddette “esfiltrazioni” ha un’idea folle: realizzare un falso film e far
passare i sei come una troupe cinematografica d’istanza in Iran alla ricerca di
una location esotica per la loro pellicola di fantascienza. Il titolo del falso
film è Argo. E per essere credibile ha
bisogno di un vero/falso copione, un vero/falso truccatore e un vero/falso
produttore.
L’opera è un continuo gioco a
incastro tra realtà e finzione. La pellicola si apre con un voice-over che ci
descrive il contesto storico, accompagnato da una serie di disegni tipici di
uno storyboard (elemento importante anche per la soluzione della vicenda). La
scena dell’assedio all’ambasciata è realizzata con un continuo alternarsi di
riprese cinematografiche e vere immagini di repertorio. Nella sequenza in cui
viene letto il falso copione in sede di conferenza stampa, una donna iraniana
legge in televisione le condizioni dei sequestratori. La telecamera che
riprende il cast durante la lettura ha la stessa valenza dell’arma usata dagli
iraniani per le finte esecuzioni.
Per Affleck la distinzione tra
realtà e finzione è fondamentale; e lo spettatore ne deve essere ben conscio.
Alla tragedia vera degli
americani, si alterna continuamente il mondo fittizio di Hollywood che convince
la stampa sulla realizzazione di Argo.
Questo filone parallelo ha come protagonisti il truccatore John Chambers (John Goodman) e il produttore Lester Siegel
(Alan Arkin). Persone reali (il vero Chambers vinse l’Oscar per Il Pianeta delle Scimmie) in un mondo di
finzione che sanno (senza mezze misure) prendere in giro. Le loro battute ironiche
e pungenti sul “pianeta Hollywood”(specie quelle di Arkin) sono da antologia.
Ma mentre da un lato si sorride,
dall’altro si condivide ansie e timori dei sei americani. Se nella prima parte
il film sembra quasi bloccato in una sorta di perenne attesa, dopo che i sei escono
con la loro guida dall’ambasciata canadese, il film ha una virata improvvisa in
cui si rimane letteralmente senza fiato. Lo spettatore segue passo per passo,
attimo dopo attimo gli eventi che coinvolgono i protagonisti e con loro (assieme
a loro!) trattiene il respiro. I tempi, la tensione, gli innumerevoli primi piani e la colonna
sonora di Alexandre Desplat (quattro volte candidato all’Oscar) sono perfetti.
Tutto è ben calibrato da un giovane regista che sa davvero il fatto suo e che
probabilmente ha realizzato il suo film migliore. Allo scioglimento finale dell’azione
(davvero interminabile!) è impossibile trattenere la commozione.
Il collante tra i due principali filoni
di questo film è il suo stesso regista. Ben Affleck si riserva infatti la parte
dell’agente della CIA Tony Mendez (alla “regia” del folle piano), restituendo
un’interpretazione pacata, forse un po’ troppo dimessa ( quasi a voler rimanere
in secondo piano rispetto ai sei funzionari), ma fortemente malinconica , in sintonia
con l’anima di un uomo che sente il peso della responsabilità. La
responsabilità della vita di sei persone.
Un film che parla di storia
quindi, ma anche e soprattutto di cinema e di come sia importante saper distinguere
la realtà dalla finzione.
Si ride, si piange e si riflette
con Argo.
Per me (quasi senza dubbio) il
miglior film dell’anno.
Guarda il trailer:http://www.youtube.com/watch?v=tVDZxevktOE