"Siamo legati ai film come ai nostri migliori sogni". Leo Longanesi

domenica 4 marzo 2012

IL GATTO CON GLI STIVALI ( di C. Miller, 2011)


Vista la scelta dell'immagine legata al mio profilo, non potevo non occuparmi del film targato Dreamworks dedicato a questo simpatico micione.
Personaggio apparso quasi per caso nel secondo capitolo della saga di Shrek, ci ha subito conquistato con i suoi grandi occhioni languidi, rubando la scena all'irriverente orco verde, specialmente negli ultimi episodi. Se infatti i primi due capitoli dell' “orchesca” quadrilogia possono contare sulla grande originalità dei loro sceneggiatori, “Shrek terzo” e “Shrek e vissero felici e contenti” rivelano purtroppo una forte stanchezza. La comparsa dell' ispanico felino ( irresistibile soprattutto nel quarto episodio in versione “cicciotto” micio di casa) risolleva un po' lo spettatore da una narrazione che non brilla più come agli inizi per acume e divertimento. Il successo de “El Gato” è tale che la Dreamworks non poteva lasciarsi scappare l'occasione di realizzare un film tutto su di lui.
Grazie a questo spin-off, scopriamo così come nacque la leggenda del micio dal fulvo pelo, fuorilegge, ma paladino di giustizia, a metà strada tra Zorro e D'Artagnan. Cresciuto orfano nel piccolo villaggio di San Ricardo, Gatto (Puss in originale), tenerissimo in versione baby, stringe una forte amicizia con l'uovo antropomorfo Humpty Alexander Dumpty. Ossessionato dalla ricerca dei fagioli magici che conducono all'oca dalle uova d'oro, Humpty formerà con il nostro micio il “Bean Club” (anche qui, come in Shrek, le citazioni cinefile si sprecano!) con l'unico scopo di trovare i mitici fagioli. Per anni non sogneranno altro, ma le loro strade sono destinate a dividersi. Humpty non disdegna azioni illecite e Gatto, diventato ormai un eroe che combatte a fianco delle legge, non può tollerare il comportamento dell'antipatico uovo. Dopo sette anni di lontananza, il film inizia con il loro re-incontro e con la decisione di Gatto di dare una seconda chance all'ambiguo uovo. Con l'aiuto di Kitty Zampe di Velluto, una micia scaltra e sexy, la ricerca dei fagioli magici riprende alla grande.
Racconto d'avventura, favola irriverente, doppi sensi e cast internazionale. Questi gli ingredienti che rendono“Il Gatto con gli Stivali” un film gradevole e divertente nonostante un protagonista che a tratti si fa fatica a riconoscere. Che fino a fatto il gatto che vinceva i nemici intenerendoli con i suoi occhioni e che tanto ci ricordava i nostri mici di casa? I punti di forza del personaggio visto in Shrek sono in questo film appena accennati ( ma ben presenti nel trailer!), preferendo un eroe meno “micio” ma più “macho”, atletico e latin-lover. Si ride meno, lasciando tutta la comicità all'accento “espaňol” di Antonio Banderas. Voce originale de “el Gato”, Banderas, a partire “Shrek terzo”, presta la voce al suo alter-ego felino anche in italiano e in spagnolo, dandogli così una simpatica parlata. Il film si regge tutto sull'interpretazione del bel Antonio che, in questa occasione, è affiancato, per la versione originale, dalla simpatia (in questo caso, antipatia) di Zach Galifianakis ( Humpty) e dalla sensualità di Salma Hayek ( Kitty).
Interessante la prima parte dell'opera, dove si fa il verso ai grandi film western e dove l'azione è preponderante. Dopo una lunga pausa dove si ripercorre la storia del piccolo Gatto, l'azione torna nell'ultimo atto della storia in maniera più tradizionale. Godibili e ben fatte le scene dove il “ caliente” felino si lancia in sensuali “duelli” di danza. Qui Banderas si vede tutto!
Che si tratti del primo capitolo di una saga tutta su “el Gato”? Forse, ma per farci dimenticare l'orco verde che stravolse il mondo delle favole, dovrà tirare fuori gli artigli. Anzi, gli occhioni!




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