E anche il branco più strano che si sia mai visto, composto da Sid, Manny e
Diego è arrivato al quarto capitolo. La saga animata creata dagli Blue Sky
Studios di Chris Wedge compie dieci anni (L’era
glaciale uscì nel 2002), ma il tempo sembra non avere scalfito la simpatia
del pubblico per questi buffi animali preistorici ( lo scoiattolo Scrat su
tutti!).
Ciò che invece, ne L’era glaciale 4-Continenti alla deriva,
risente il passare degli anni è la storia. Seppur ricco di simpatiche gag, il
racconto ricalca ancora il tema principale della saga: la famiglia. Concetto
profondo e non scontato ma che, arrivati al quarto episodio, avrebbe meritato
una maggiore evoluzione se non un totale cambiamento.
Manny è alle prese con la sua “mammutthina”
adolescente Pesca. Padre protettivo e apprensivo, controlla da vicino i
movimenti della figlia. Pesca, a sua volta, vuole omologarsi ai suoi coetanei
ed essere notata da Ethan, un giovane mammuth di cui si è invaghita. Ma capirà
che la diversità (ha per amico la talpa Louis e si comporta da opossum, come
sua madre Ellie) sarà la sua forza.
Sid ritrova la sua famiglia
biologica ma verrà nuovamente abbandonato. Stavolta però con lui c’è Nonnina,
anche lei piantata in asso dai parenti e che con Sid condivide pazzia e
intuito.
Diego infine troverà in una tigre
pirata, Shira, la sua compagna ideale.
Insomma, la famiglia in tutte le
sue sfaccettature, riunite in un “branco allargato” che accetta e apprezza la
diversità e che protegge i suoi membri. Ma che in fondo è rimasto la stesso del
primo episodio.
Anche se l’idea di base non è
cambiata, ciò che rende questo film piacevole sono ancora i personaggi e le
gag. Immancabile il divertentissimo Scrat, di nuovo un personaggio esterno al racconto ma che rimane
impresso nella mente dello spettatore per la sua goffaggine e per la sua incredibile
ostinazione. A sorpresa però qui un ruolo ce l’ha: nel solito tentativo di seppellire
la sua amata ghianda, causa una tale catastrofe che porterà alla deriva dei
continenti. Spassosissimo infatti l’inizio del film, con lo scoiattolo che
precipita rovinosamente fino al centro della terra.
Altro personaggio divertente è
Nonnina. L’anziano bradipo sembra capace (come il nipote Sid) di combinare solo
guai; ma l’asso nella manica, risolutivo per la battaglia finale, ce l’ha lei!
Chi invece non convince è la
banda di pirati antagonisti guidata dallo scimmione Capitan Sbudella. Tutti
personaggi sopra le righe ma che non colpiscono né per cattiveria né per
simpatia.
La buona azione frenetica che
scandisce l’avventura dei nostri conferisce al film il giusto ritmo, smorzato
solo da un siparietto canoro con protagonista Capitan Sbudella, che strizza l’occhio
alla Disney ma che qui risulta quasi fuori contesto.
Non mancano le citazioni cinefile:
da Pinocchio a Braveheart (simpatici i piccoli roditori guerrieri con il muso
dipinto di blu alla Mel Gibson); da Titanic
(riferimento palese nell’affondamento della “nave pirata”) ai Pirati dei Caraibi.
Strepitosa poi la trovata finale di
“Scratlantide” (potete immaginare cosa succede!) che chiude la pellicola.
In conclusione in piccolo appunto
sul doppiaggio. Leo Gullotta, voce di Manny fin da L’era glaciale, è stato qui sostituito da Filippo Timi.
Personalmente ho trovato la sua interpretazione un po’ troppo sopra le righe
per un personaggio (un imponente mammuth) che è sempre stato presentato come malinconico,
burbero e paterno. Credo che l’associazione voce-personaggio questa volta non
sia riuscita. Peccato!
Sempre perfetti invece Pino
Insegno (Diego) e Claudio Bisio (Sid). Quest’ ultimo riesce a restituire al suo
scatenato bradipo la stessa simpatia (e la stessa voce!) di John Leguizamo, “anima”
originale di Sid.
Da segnalare anche la voce
graffiante di Francesco Pannofino per Capitan Sbudella. Perfetto!
Guarda il trailer: http://www.youtube.com/watch?v=28sAUBjAccA
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