"Siamo legati ai film come ai nostri migliori sogni". Leo Longanesi

martedì 17 aprile 2012

HYSTERIA ( di T. Wexel, 2012)


Anche il più famoso “sex toy” del mondo ha avuto il suo inventore. Pare infatti che il “vibratore” sia stato ideato dal medico britannico Mortimer Granville alla fine dell’Ottocento. Creato inizialmente per curare problemi muscolari, il “vibratore” fu presto impiegato per la cura dell’isteria femminile.
La regista Tanya Wexel romanza questo documentato fatto storico restituendoci un film divertente, elegante e mai volgare (nonostante il pruriginoso tema!) arricchendo poi il soggetto di argomenti come il femminismo e la condizione della donna nella “bigotta” Londra vittoriana.
1880. Mortimer Granville (Hugh Dancy) è un giovane medico con idee progressiste (crede nella teoria dei germi e sostiene l’importanza dell’igiene nella pratica medica). Proprio a causa di quest’ultime non riesce a conservare un impiego fisso. Disoccupato per l’ennesima volta Granville entra per caso in contatto con il Dott. Dalrymple (Jonathan Pryce) specializzato in medicina femminile e in particolare nella cura dell’isteria. La terapia consiste nel “sollecitare” le parti più intime delle “bisognose” signore londinesi provocando così parossismi che attenuano i sintomi della patologia. Costretto a praticare quotidianamente la particolare procedura “manualmente”, Granville, diventato assistente del Dott. Dalrymple, dovrà ben presto fare i conti con forti crampi alla mano destra. Licenziato perché incapace di “soddisfare” le proprie pazienti, Granvillle troverà un’ “elettrica” soluzione grazie al cugino Edmund (uno spassoso Rupert Everett) con la passione per le nuove tecnologie.
L’altra protagonista di questa simpatica pellicola è Charlotte (una brava Maggie Gyllenhaal) figlia del Dott. Dalrymple, femminista convinta e con una vera missione medica (gestisce una casa famiglia per i poveri). Sarà lei a far comprendere al nostro giovane medico che la maschilista diagnosi dell’isteria (l’ultima risale al 1952!) è solo un ombrello sotto il quale raccogliere disturbi di ogni tipo come depressione, ansia, insonnia a frigidità. Sintomi, per la metà delle donne di Londra ai tempi della Regina Vittoria, non di una patologia ma della mancanza di libertà sociale, culturale, elettorale e sessuale.
Il film si presenta delizioso sotto vari aspetti. A partire dai fondali che descrivono il diverso carattere delle sorelle Dalrymple: colori pastello per la dolce e “per bene” Emily, a tinte grigie quelli della casa famiglia della ribelle e appassionata Charlotte. Delicato il modo in cui la regista affronta il tema dell’ orgasmo clitorideo (ritenuto ai quei tempi impossibile!) senza indugiare i particolari morbosi.
Innegabile però il fatto che  l’opera  presenta qualche limite. Alcune scene si dimostrano troppo lunghe(e a volte poco importanti per la storia), forse per sopperire la mancanza di idee brillanti. La trama infatti si sviluppa in maniera lineare, senza particolari scossoni fino ad una romantica conclusione prevedibile e non troppo originale.
Alcuni ritengono che la Wexel avrebbe dovuto osare di più visto il tema, ma personalmente penso che l’eleganza scelta dalla regista sia, di questi tempi, comunque da apprezzare.
Se avete voglia di rilassavi, sorridere e riflettere un po’, Hysteria è il giusto intrattenimento.
E’ proprio il caso di dire….godetevelo!