"Siamo legati ai film come ai nostri migliori sogni". Leo Longanesi

sabato 12 luglio 2014

SAVING MR.BANKS ( di J.L.Hancock, 2014)





Dimenticate “la storia vera dietro il mito”. Dimenticate Tom Hanks, primo attore ad interpretare Walt Disney sullo schermo. Certo, Saving Mr.Banks è anche tutto questo. Ma soprattutto è una storia di narratori. Una storia che parla di sentimenti ed esperienze nascoste dietro la penna (o la matita!) dell'autore. E dell'opportunità di condividerle.
Aprile 1961. La scrittrice P.L.Travers lascia a malincuore la sua cara Londra per recarsi a Los Angeles ad incontrare Walt Disney. In seguito ad una promessa fatta alle figlie, Disney ha tentato per vent'anni di convincere la signora Travers a cedergli i diritti dei suoi libri per farne un film. La protagonista di questi libri è la tata più amata del mondo, Mary Poppins. Convinto ormai di averla finalmente persuasa, il Re Mida dell'intrattenimento si troverà davanti una donna risoluta e testarda, determinata a far si che i suoi personaggi non vengano fagocitati in un mondo frivolo e canterino. Niente parole inventate-niente canzoni-niente cartoon -e no, assolutamente no Dick Van Dyke, sono le sue richieste ( ve lo immaginate Mary Poppins senza tutto questo??) Per lo sceneggiatore Don DaGradi e i fratelli Bob e Rick Sherman (rispettivamente paroliere e musicista) le due settimane di collaborazione con la Travers saranno un inferno. Per non parlare di zio Walt incapace (proprio lui che ha dato gioia a generazioni di bambini e di adulti)) di far felice quella donna tanto ostinata. Ma anche la scrittrice verrà messa a dura prova. La Travers infatti, costretta per mere questioni economiche a scontrarsi con un mondo che proprio non le piace, verrà sopraffatta da tristi ricordi. Le calde e opprimenti notti californiane la riporteranno nell'Australia del 1906 dove, bambina, faceva i conti con una realtà difficile e troppo grande per lei. Una bambina che ora indossa la maschera di donna austera e che si auto-infligge una vita fatta solo di privazioni e niente gioie.
Pur prendendosi qualche libertà rispetto agli eventi reali (pare che Disney avesse già ottenuto i diritti quando la Travers arrivò a Los Angeles), il regista John Lee Hancock ( che di favole se ne intende – sue infatti le sceneggiature di Un mondo perfetto, Biancaneve e il Cacciatore e il recente Maleficent), confeziona una storia commovente e divertente in pieno stile Disney. Si ride nel vedere i più stretti collaboratori di Walt in imbarazzo come bambini di fronte alla “maestrina” Mrs. Travers; si sorride dei dialoghi tra lei e il suo impertinente ma dolce autista Ralph; e inevitabilmente ci si commuove dinnanzi alla sua triste infanzia segnata da u padre sognatore ma dedito all'alcool e da una madre fragile. Ma ancora di più ci si emoziona quando Walt Disney, parlandole da narratore a narratore, la persuaderà a condividere i suoi personaggi con lui e con il mondo e, con l'immaginazione, a riportare equilibrio e speranza nelle loro vite e in chi guarderà il loro film. Come ogni buon storyteller sa e deve fare.
L'intero film ( dalle scenografie alle musiche) è tutto un omaggio al mondo Disney, a quell'impero della magia creato da Walt ormai quasi novant'anni fa.
A partire da Tom Hanks che nell'interpretare Walt Disney gli restituisce sensibilità e carisma, senza cadere però nell'elogio ruffiano del mito. Dal film traspare infatti (seppur in maniera velata) anche un Walt abbindolatore e sicuro di sé, leggermente autoritario e fumatore (di nascosto dai suoi sottoposti!) che dispensa autografi prestampati e che non permette si discutano alcune sue decisioni ( un Mr.Banks baffuto fu una sua imposizione). Hanks come al solito non delude e aggiunge al suo lungo curriculum un'altra ottima performance.
Buoni anche i comprimari Bradley Whitford (Don DaGradi), Jason Schwartzman (Rick Sherman) e B.J. Novak (Bob Sherman).
Ma la mia preferenza va a Paul Giamatti. Con quella faccia da cartone animato, ci regala un'interpretazione intensa come non si vedeva da tempo. Nei panni di Ralph, l'autista che accompagna Mrs.Travers nel suo soggiorno losangelino, scambia battute sincere e malinconiche con l'acida scrittrice. Il loro rapporto ricorda quello tra Jessica Tandy e Morgan Freeman in A Spasso con Daisy. Ralph, come Hoke, è l'unico a scalfire il cuore della scontrosa signora.
Peccato invece per Colin Farrell ( giovane padre di Pamela bambina) intrappolato in un ruolo sopra le righe che non lascia emergere il suo talento.
Chi invece merita il plaudo è Emma Thompson. La brava attrice inglese che interpreta la ruvida Mrs.Travers è in grado con uno sguardo di restituirci tutte le contraddizioni di una donna complicata, dura con sé stessa e con gli altri ma al contempo sensibilissima e fragile. A mio parere meritava almeno una nomination all'Oscar.
Il film è piacevole. Sentimentale sì ma non retorico o melenso (appena appena un poco di zucchero che non guasta!) Unica pecca forse i continui flash-back che ci raccontano della scrittrice bambina. Seppur funzionali per la comprensione della storia in alcuni punti appesantiscono un po' il filo del racconto. Per il resto è un opera che si lascia guardare senza le pretese del capolavoro, ma perfetto per chi al cinema ama sognare, ridere e commuoversi con sensata leggerezza .
Un piccolo consiglio: rivedetevi Mary Poppins appena prima (o almeno subito dopo!) della visione di Saving Mr.Banks. Solo così potrete apprezzare al meglio dialoghi, immagini e altri dettagli che alludono al grande film del 1964.