"Siamo legati ai film come ai nostri migliori sogni". Leo Longanesi

sabato 15 settembre 2012

RIBELLE. THE BRAVE ( di M. Andrews, 2012)



Per qualche istante, mentre ero immersa nelle Highlands scozzesi e nelle folta chiama rossa  di Merida, mi è sembrato di tornare bambina. Sarà per l’atmosfera magica o per le canzoni (che in italiano sono interpretate dalla fulva Noemi) ma il tredicesimo film Pixar  mi ha un po’ ricordato i lungometraggi Disney anni Novanta (La Sirenetta, La Bella e la Bestia, Il Re Leone). Ma con qualcosa in più.
Ribelle. The Brave  si presenta fin da subito come una fiaba tradizionale che, forse, sarebbe piaciuta tanto allo zio Walt. Ma l’illusione non è totale. Anche se si percepisce un retrogusto di già visto, quell’innovazione che la Pixar ha portato nel mondo dell’animazione, c’è. Anche se leggermente velata.
Merida,  figlia del Re scozzese Fergus,  non è la principessa che ci si aspetta. Alle buone maniere e al matrimonio preferisce tirare con l’arco e cavalcare a perdifiato nella foresta.  E’ ribelle e coraggiosa. A tal punto dal voler cambiare il proprio destino. Ma sulla sua strada c’è un grosso ostacolo: la madre Elinor.  In perenne conflitto con la Regina, che la vorrebbe perbene e disposta a prendere marito per il bene del regno, Merida si sentirà costretta a chiedere aiuto ad una strega per indurre la madre a cambiare idea sulla sua sorte. Ma le conseguenze del suo gesto saranno del tutto inaspettate.
Quella di Merida è la storia di una teenager che cerca di trovare se stessa. E come tutti i ragazzi di quell’età è piena di orgoglio. E sarà proprio il suo orgoglio a metterla sulla cattiva strada.
Senza svelare troppo, sottolineo che il punto focale di questa storia non è (come si potrebbe pensare) la banale emancipazione di una ragazza dai genitori o da un mondo retrogrado e maschilista, ma il difficile rapporto tra madre e figlia. Un eterno conflitto in cui tutte possiamo riconoscerci e che tocca il cuore. Ecco, dove chi scrive, vede la mano geniale dello studio fondato da John Lasseter e Steve Jobs:  nella capacità di commuovere; di creare storie che catturano l’anima di adulti e bambini. Dote che la Disney ( un tempo regina dell’intrattenimento per famiglie)  aveva dimenticato a favore di tecniche più raffinate, ma accompagnate da sceneggiature vuote ( ma che con Rapunzel - che con Merida ha molte analogie- sembra essere tornata agli antichi splendori).
Se le atmosfere risentono di influenze tipicamente disneyiane, non si può non notare un umorismo più pungente degno di Shrek. Anche la Pixar, in questo caso, ha fatto tesoro dell’insegnamento Dreamworks, che ha fatto dell’umorismo la sua bandiera (da Shrek a Kung Fu panda; da Madagascar a Megamind). La parte “buffa” qui è relegata al mondo maschile. Lord scozzesi e  giovani pretendenti sono rappresentati come degli inetti, a sottolineare la connotazione fortemente femminile dell’opera. Il coraggio è donna; quello di Merida e anche di Elinor.
Inutili forse invece  i “siparietti” dei tre fratellini di Merida. Simpatici, ma niente di più.
Lo humour rende l’opera leggera, senza però inficiare i momenti epici del film. Esso è un miscuglio di generi che non cozzano l’uno con l’altro ma che hanno anzi  un loro spazio connotato di senso.
Dove poi la sottoscritta vede cristallinamente ancora la Pixar è nella tecnica. Meravigliosi i fondali che ricreano le atmosfere scozzesi. Dai laghi, alle verdi montagne; dalla fitta nebbia ai castelli medioevali. Splendidi poi i capelli di Merida: rossi, forti, ribelli. Proprio come lei. Sembra quasi di toccarli e sentire sulle dita ogni singolo riccio.
Insomma, Ribelle. The Brave è un cartoon ( se ancora si possono chiamare così) godibile, con una storia non scontata adatta ad adulti e bambini.
Ammetto però che è difficile non avere qualche perplessità. Merida e i suoi ricci  non raggiungono gli apici toccati dalla Pixar in tempi addietro. Il lungometraggio animato diretto da Mark Andrews ( che ha sostituito in corsa Brenda Chapman) non sorprende come Monsters & Co o Ratatouille; e non commuove come UP, Toy Story 3 o Wall-E.
Che in casa Pixar ci sia un po’ di crisi si percepisce anche dalla scelta di fare sequel (Cars 2), prequel ( Mosters University) o di rieditare vecchi successi in 3D (Alla ricerca di Nemo).  
Ma personalmente ritengo che quest’ultima fatica non debba essere duramente stroncata. Perché la luce di Luxo  ( la famosissima lampada da tavolo, da sempre logo della Pixar), per me, brilla ancora. Anche nel forte temperamento di Merida.
Brilla  anche ( e soprattutto) come La luna, il cortometraggio che viene proiettato prima di Ribelle. The Brave, diretto dal nostro italianissimo Enrico Casarosa e presentato quest’anno agli Oscar.
Un vero piccolo gioiello!
 
 
 
 


2 commenti:

  1. Non avevo alcuna intenzione di vedere RIBELLE.THE BRAVE, ma la tua recensione mi ha troppo incuriosito... lo vedrò sicuramente

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi fa piacere. Fammi sapere cosa ne pensi. Se però non ti piacerà...ti prego, non odiarmi!! ;)

      Elimina